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sabato 16 ottobre 2010

Facce

Mi è tornata tra le mani una valgia di cartone nella quale avevo riposto una montagna di foto di famiglia, tra tante è saltata fuori anche questa, che non ricordavo.
Ho sempre pensato di avera la faccia di mio padre, ho il suo sorriso, i suoi occhi, ma nell'insieme, lo vedo in questa foto, ho proprio la stessa faccia di queste due donne qui, mia madre e la sua.
Mi fa un po' impressione perchè alla fine, mi ero sempre identificata con la linea paterna, un po' come se la mia radice fosse quella.
E' vero che lui mi ha cresciuta, mi ha dato quell'imprintig che mi ha fatto sentire di appartenere ad una famiglia, ed è anche vero che queste due donne schive l'una e respingente l'altra non sono mai state per me un modello. La nonna succube, la madre depressa...non rappresentano certo il modello di donna che vorrei essere.
Però stanno lì, immobili guardano in macchina, mi guardano da un'altra epoca, da un giorno lontano nel tempo.
E quante cose raccontano queste due facce, questi occhi un po' spenti. Interpreto io, consapevole delle loro storie, o la fotografia, come ho sempre pensato cristallizza delle verità, congela un attimo di vita e la rende palese a tutti?
Quando ho iniziato a studiare fotografia mi sono appassionata fin da subito al ritratto e un progetto che ho sempre tenuto nasconto in un cassetto, consisteva nel creare un ambiente neutro, un fondale uniforme, davanti al quale far sedere gruppi familiari dello stesso sesso (nonna, mamma, nipote..) ora maschi ora femmine, per tracciare quella mappa che passa sulle facce delle persone che appartengono alla stessa famiglia.
Guardare questa foto mi ha fatto tornare alla mente quel progetto, che forse un giorno realizzerò, chissà.

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