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giovedì 28 aprile 2011

Il caso Scafroglia

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Io adoro Guzzanti...magari sono l'unica che non conosceva questo pezzo, ma mi fa morire dal ridere...hahahah!

saturazione

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Da qualche giorno mi capita di pensare a come gli spazi mentali vengano continuamente colonizzati dall'esterno senza lasciare spazio alla silenzio, al vuoto all'affacciarsi di un pensiero silenzioso. Stamattina ho messo a fuoco questo pensiero mentre viaggiavo in metropolitana. Alla stazione c'era la musica di radio 19 che, non si sa per quale motivo io debba ascoltare ogni mattina mentre aspetto il treno, in viaggio mi sono guardata attorno e un bambino di circa sette anni giocava con un game boy, quasi tutti gli adolescenti intorno a me avevano musica nelle orecchie e ho pensato che appena si arriva a casa si accende la tv, nella migliore delle ipotesi la radio o la musica.
Ci siamo completamente disabituati al silenzio e questo ci porta anzi un senso d'ansia di vuoto da colmare, credo poi che questo continuo riempirci gli occhi di immagini (tv, ipod, pc...) assomigli un po' all'attrazione che la lampadina esercita sugli insetti la notte. Davvero credo che prescinda il contenuto degli schermi che osserviamo, che sia proprio una specie di dipendenza dalla luce emanata dai video.
E' proprio quel vuoto mentale che si va cercando durante la meditazione (statica o in movimento), che è già così difficile trovare in se quando si tenta, è quello che sfuggiamo nel quotidiano?
Le letture come sempre mi influenzano, ma Terzani a proposito del meditare dice:
-Tutto quello che è fuori lo lasci fuori da te...e rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu. O almeno, non il tu Folco (ndr. il figlio), ma quel tu che è parte di questa cosa che non è nemmeno l'umanità, è il cosmo. E quando cominci a vederla così, le cose cambiano.

lunedì 25 aprile 2011

25 aprile

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domenica 24 aprile 2011

Questione di punti vista?

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di: Paige Thompson

sabato 23 aprile 2011

eh si, è così...sono soggettiva

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Mi è successo così, mi sono assentata per un po', mi sono assentata da me e dal blog.
Mi succede sempre così, quando sono in confusione di solito non riesco a leggere nulla, i libri si accumulano sul mio comodino, la testa piena di pensieri, il cuore pieno di emozioni, non entrano parole di altri, mi accorgo ora che alla fine, le parole, nemmeno le mie, riescono ad uscire. Ho avuto un black out.
Da un paio di giorni riesco di nuovo a leggere, non sarà un caso che il primo post che mi è venuto in mente sia una citazione, un brano tratto da "La fine è il mio inizio", che parla della verità, dell'obiettività, dell'oggettività. Mi chiedo perché proprio questo argomento mi ha colpito così tanto, perché ora. Non lo so, comunque eccolo:

"Devo dire con grande sincerità che ho sempre disprezzato gli anglosassoni che pretendevano di essere obbiettivi. Ma balle! Io non ho mai detto che sono un giornalista obiettivo, perché non lo sono. Perché nessuno lo è, anche quelli che pretendono di esserlo sono falsi e finti. Come puoi essere obiettivo? Non lo sei mai. Perché, come ci insegna Kurosawa nel film Rashomon,  la stessa storia vista da sei persone diverse sono sei storie diverse. Perché il modo stesso in cui guardi un episodio, i dettagli che scegli, gli odori che senti sono la tu scelta personale che influisce moltissimo sul tuo giudizio.
Per giunta, perché devo pretendere di essere obiettivo? E' bene che il lettore sappia che non sei obiettivo, che la pensi così. Il primo libro che scrivo, Pelle di leopardo, è personalissimo, pieno di giudizi, pieno di emozioni, di sensazioni di guerra. I fatti ci sono, ma gli altri fatti sono le mie emozioni. Nel Vietnam vuoi che i vietcong vincano la guerra. Sei per i vietcong e non per gli americani. E' molto più onesto dire che sei molto soggettivo spiegando la tua soggettività, che pretendere di essere oggettivo e non esserlo mai."

martedì 12 aprile 2011

your song

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venerdì 8 aprile 2011

Giocare con la musica? Si!

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domenica 3 aprile 2011