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martedì 30 novembre 2010

Ho scoperto l'acqua calda

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Devo ringraziare la Professoressa Zanetti (seconda media D'Oria Pascoli), che insegna epica facendola imparare a memoria, per grandissima fortuna dei suoi ignari allievi (e quindi anche di mia figlia).
Devo ringraziarla perchè mi ha fatto scoprire l'acqua calda appunto, dovendo ascoltare e riascoltare, anche ripetere un verso dopo l'altro del V Canto dell'inferno, ne' ho assaporato la bellezza, ne' ho capito finalmente la grandezza.
Inconsapevolmente mi portavo dietro un inconfessabile pregiudizio di origine scolastica, Divina Commedia, uguale mattone.
Naturalmente non mi sarei mai azzardata ad asserirlo pubblicamente, ma infondo, infondo nella mia memoria restava soltanto un'emerita rottura di scatole che, fortunatamente, mi ero lasciata alle spalle.
Devo ringraziarla, per me ma anche per mia figlia, che forse un giorno potrà godere di tutta questa bellezza senza averla archiviata oggi, come un mattone.



Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?»

Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!»

Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.

Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?»

E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».

Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com'io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/inf04.htm#identificatore2

domenica 28 novembre 2010

Shodo

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Non so cosa sia, se l'ambiente così austero ed elegante, se l'inchiostro che si scioglie sulla pietra, se il respiro che conduce il movimento del corpo per tracciare un solo segno, ma questa prima lezione di calligrafia giapponese è stata un'esperienza proprio bella.
Tanto per cambiare, ho scelto una disciplina nella quale per raggiungere i primi risultati accettabili, mi ci vorranno degli anni.
Ho detto: -be', ho maneggiato pennelli per anni, almeno questo mi avvantaggerà...neanche l'impugnatura del pennello corrisponde, quindi semmai, l'aver avuto esperienze di pittura mi intralcia.
Ho detto: -be', lavoro sulla concentrazione ed il respiro da anni (con il taiji) sarò avvantaggiata...illusione, qualche aiutino (il rilassamento delle spalle, dei gomiti, il rilassamento del corpo) l'ho avuto, ma stare due ore in ginocchio...non mi è proprio così congeniale, i movimenti del corpo, poi sono comunque tutti da imparare.

Ho portato a casa decine di fogliacci su cui ho tracciato segni senza significato, su cui ho provato e riprovato a mantenere la stessa pressione del tratto, in cui ho provato a cambiare direzione, inclinazione, composizione.
Alla fine ho capito, il trucco è sempre quello: "praticare molto il poco e poco il molto", non avevo neanche sciolto abbastanza bene l'inchiostro...probabilmente le due ore della lezione, in Giappone, sarebbero state impiegate solo per capire questa prima operazione: sciogliere l'inchiostro sulla pietra fino ad ottenere la giusta densità di nero.
Probabilmente sono pazza, ma è stato bellissimo.

mercoledì 24 novembre 2010

Irresistibile

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Non so spiegarmelo...ma io non ho visto questo film! Come ho fatto? Il nichilista, qui, è fantastico...

liste

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E' un po' troppo facile, in questo periodo pubblicare le liste, direi che rimbalzano da un blog all'altro, però queste due, secondo me meritano almeno una seconda visione.

martedì 23 novembre 2010

forse era meglio che andassi a zappare...

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"L’affermazione secondo cui il vuoto non è “vuoto” potrebbe suonare come un semplice bisticcio di parole, ma da un punto di vista scientifico la frase assume una notevole importanza a causa delle implicazioni fisiche e cosmologiche associate; stiamo parlando dell’Energia del vuoto, quell’energia che possiamo spiegare ricorrendo soltanto alle leggi della meccanica quantistica." (http://www.elapsus.it/home1/index.php/scienza/astronomia/110-se-il-vuoto-non-e-vuoto-ovvero-lenergia-dal-nulla-e-lespansione-delluniverso)

Non sono impazzita, o forse si, in realtà pensando e ripensando ad un post per oggi, l'unica cosa che mi veniva in mente era il vuoto, vuoto pneumatico nella mia testa, non un argomento, non uno spunto.
Come diceva il titolo (prima che lo cambiassi), non è mica obbligatorio scrivere qualcosa, eppure a volte è una parola, che digitando su google immage, ti porta in posti strani...bè, mi ha portato qui.
Il vuoto non è vuoto? Ma chi ha fatto questo genere di affermazioni? E poi, se andate al link ve ne accorgerete, l'energia del vuoto è un concetto che, come dire, non mi risulta chiarissimo.
Però, dietro ad ogni concetto, salta fuori la metafora: " è un'energia presente in stato latente nello spazio anche quando privo di materia."
He, he...certe scatole craniche mi verebbero in mente. Lasciate stare va, e se siete su questo blog per la prima volta, vi prego leggete i post precedenti...giuro di aver scritto cose più interessanti di così.

domenica 21 novembre 2010

Happy Birthday

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Esperimento della doppia fessura

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Dunque, la fisica quantistica mi affascina, ma ho sempre, come la sensazione che non mi siano dati tutti i dati (scusate il bisticcio) per valutare l'esperimento, questo lo conosco da un po', ma lo avevo lasciato lì a sedimentare.
Stamattina, per caso sono inciampata in una serie di video sul pensiero positivo e sull'influenza del pensiero sugli avvenimenti, sono andata a ricercarlo nel mio hard disk e, come mi pareva di ricordare, suggerisce qualcosa di simile. Avevo anche letto un libro di Bruce Lipton all'epoca (a dire il vero non l'ho finito...) e, oggi, mi rendo conto che questo tipo di "suggerimenti" arrivano da luoghi diversi, a volte sembrano ciarlatanate, a volte sembra abbiano basi scentifiche.
Non riesco a formulare un giudizio, ma l'argomento è intrigante, che ve ne pare?

mercoledì 17 novembre 2010

Sottrarre

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Eppure l'ho imparato dai tempi del liceo...sottrarre è meglio che aggiungere, non so perchè non ho fatto tesoro di questa lezione.
Ero qui che riflettevo sul fatto che certe cose funziona in tutti i campi, ma non ce ne accorgiamo.
Il concetto, riferito alla composizione pittorica, grafica o comunque all'estetica, da' un risultato garantito. Fare spazio, creare vuoto intorno a ciò che realmente conta (e che non può essere eliminato senza che svanisca l'essenza stessa del messaggio), aiuta ad andare diretti al punto.
Generalmente, quando si progetta, durante il processo creativo intendo, si tende a mettere tutto quello che viene in mente nella composizione, sembra che tutto sia importante e che senza un solo elemento la struttura non regga. Poi, facendo un passo indietro, guardando il tutto da lontano, ci si rende conto che forse...togliendo questo...e questo e anche quest'altro, la struttura è stabile e quel che si è tolto era superfluo.
Anche quando si scrive è così, e quando si vive?
Anche quando si vive secondo me, il troppo confonde, disorienta. Mi accorgo che tagliare il di più, in certi momenti aiuta a focalizzare le cose importanti, e anche se ci si sente un po' isolati, rafforza le nostre certezze sulle poche cose che nel tempo hanno determinato ciò che "strutturalmente" siamo.
...era solo per dire, che senza un'intenzione precisa, ho fatto così, mi sono fermata, ho fatto spazio ho eliminato il di più e devo dire che dopo un primo momento di sgomento, non si sta poi tanto male, chissà se dura...

P.S: lo so che l'immagine non c'entra un granchè, ma questo calendario ad inchiostro è veramente un'invenzione geniale! dal sito: designbuzz.it

mercoledì 10 novembre 2010

L'altra via

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..."Questo non è il solo mondo", disse indicando con un ampio gesto del braccio l'intero orizzonte.
"Questo non è il solo tempo", e puntò il dito contro il mio orologio.
"Questa non è la sola vita", e indicò se stesso, Angela, me il cane e tutto quel che c'era attorno. Si fermò come per farci riflettere
"E questa non è la sola coscienza." Toccandosi il petto concluse: "Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte."
Poi, come volesse alleggerire l'atmosfera, scoppiò in una bella risata e, rivolto a me aggiunse:
"Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sè."


..."Attento", disse. "Quella dei libri è tutta una conoscenza di seconda mano, conoscenza presa in prestito. Non vale un granchè" E mi raccontò un'altra storia.
Un uomo entra in una grande biblioteca e, dopo tanto studiare e cercare, sceglie tre libri da portar via. Va al banco per registrarli e all'impiegato chiede:
"Quanti sono i libri in questa biblioteca?"
"Varie decine di migliaia."
"E quanto tempo ci vorrebbe per leggerli tutti"
"Oh...varie vite."
"Allora non voglio neppure questi", dice l'uomo. "Ci deve essere un'altra via." E parte.
L'altra via, secondo il Vecchio, è quella dell'esperienza. L'esperienza fatta su se stessi. Il vero capire non avviene con la testa, ma col cuore. Si capisce davvero solo quello che si è provato, quello che si è sentito dentro sè.

Un altro giro di giostra, Tiziano Terzani, Ed. Tea

lunedì 8 novembre 2010

Le parole di un maestro

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"...ricordati di dare il massimo ma non esagerare, fai quello che hai sempre fatto al meglio di te stessa perchè è già sufficiente per vincere. Vincere una gara è importante, ma noi siamo qui per dimostrare, prima di tutto a noi stessi, che con la pratica abbiamo vinto le nostre paure, superato i nostri limiti. La vittoria, invece, va accettata con moderazione perchè può essere pericolosa più di una sconfitta"

Maestro Hu Han Ping, tratto da "Il Taj Ji Quan, corpo che pensa mente che muove", Li Rong Mei -Sergio Casavecchia, Ed. Mediterranee

domenica 7 novembre 2010

SHUDAO

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Sono al limite della comunicazione di servizio...ovviamente lo posto perchè mi sono iscritta, qui a lato, nei posti interessanti in cui ficcanasare c'è un link che porta alla Galleria delle opere di Nagayama Norio, purtroppo quest'anno non lo tiene lui, ma io inizio comunque. Per completare il "servizio": SHUDAO – LA VIA DELLA SCRITTURA E L'ARTE DELLA CALLIGRAFIA CINESE
Stage-Laboratorio (livello base e livelli avanzati). Viaggio alla scoperta delle forme della scrittura, dei materiali e delle tecniche dell’arte della calligrafia cinese.
Lo Stage e' AD ISCRIZIONE e a numero chiuso. Le prenotazioni possono essere inviate a questo indirizzo elettronico, segnalando i propri dati (Nome, Cognome, indirizzo, telefono, e-mail). Per informazioni e per formalizzare l'iscrizione la Segreteria e' aperta al pubblico nei giorni di Lunedi, Martedi, Mercoledi e Giovedi dalle ore 15 alle ore 18,30.

CELSO - ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI
Dipartimento Studi Asiatici
Archivio Arti Contemporanee
BSA Biblioteca di Studi Asiatici
Galleria Mazzini 7 – 16121 Genova - Italy
tel [+39] 010586556

sabato 6 novembre 2010

Cattivissimo me! ;-)

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link a "contenitori 2 la vendetta"

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http://parolesdrucite.blogspot.com/2010/10/contenitori-2-la-vendetta.html

lunedì 1 novembre 2010

...azzurra per me, grazie!

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"Pillola azzurra: fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai...

Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie...e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio..."

Non è che, per caso, sia possibile incontrare questo signore e chiedergli se mi rispedisce indietro di tre anni nella mia vita, a prima che decidessi di fare chiarezza e sapere la verità?

Non mi pare che mi sia mai stata proposta una scelta in effetti...

Teorema

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"...lo vedi, pure i fermenti lattici lo sanno!"