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domenica 30 maggio 2010

Tempo


Dall'inizio dell'anno sto seguendo dei corsi di formazione che se, da alcuni punti di vista trovo discutibili, da altri mi hanno fatto affacciare su un mondo anni luce lontano dal mio, nelle modalità, nei ritmi, nell'approccio.
Ancora una volta però, ho imparato che quando si accantona il giudizio a priori e ci si mette in ascolto, qualcosa si impara sempre, i corsi trattano di ledarship (e già la parola mi fa imopressione...), di equilibrio emozionale (e anche qui, capirete...), di gestione del tempo (e di questo non posso dire niente, perchè ho solo da imparare). Nei vari manuali che si devono compilare durante i corsi spesso sono citate storie metaforiche, questa devo dire, mi ha molto colpito, ve la offro soprattutto perchè la condivido pienamente.
Ma sono mesi che cerco di inserire nella mia lista (divisa in colonne: importanti/urgenti/importanti-urgenti) i miei impegni ma non faccio che scrivere, cancellare e spostare...per voi è sempre così semplice distinguere i sassi grandi dalla sabbia?


"Una volta un anziano professore della Scuola Nazionale per la Pubblica Amministrazione venne contattato per tenere una lezione di formazione sulla "Pianificazione efficace del tempo" ad un gruppo di una quindicina di dirigenti di importanti aziende americane. Il corso faceva parte di una delle cinque sessioni della loro giornata di formazione, e il professore aveva a disposizione solamente un'ora "per fare lezione". In piedi, davanti a questo gruppo d'élite (pronto a prendere appunti su tutto ciò che l'esperto stava per insegnare), l'anziano professore li guardò ad uno ad uno lentamente. Poi disse: "Adesso faremo un esperimento". Da sotto al tavolo che lo separava dagli allievi, il vecchio tirò fuori un grande recipiente di vetro da più di 4 litri, e lo posò delicatamente davanti a lui. Poi tirò fuori una dozzina di ciottoli grandi all'incirca come delle palle da tennis ed uno ad uno li mise delicatamente dentro il vaso. Quando questo fu riempito fino al bordo e fu impossibile aggiungere anche un solo sasso, alzò lentamente gli occhi verso i suoi allievi e domandò: "Questo vaso è pieno?". Sorridendo, tutti risposero "Sì". Attese qualche secondo e aggiunse: "Davvero?" Allora si chinò di nuovo e tirò fuori da sotto al tavolo un secondo contenitore, questa volta pieno di ghiaia. Con attenzione versò questa ghiaia sui grossi sassi e poi scosse leggermente il vaso. I pezzettini di ghiaia si infiltrarono tra i sassi, fino al fondo del recipiente. L'anziano professore alzò nuovamente lo sguardo verso il suo uditorio e ridomandò: "Questo vaso è pieno?". Questa volta i suoi brillanti allievi cominciavano a comprendere il suo armeggiare. Uno di essi rispose: "Probabilmente no!". "Bene", rispose l'anziano professore. Allora si piegò di nuovo e questa volta tirò fuori da sotto al tavolo un secchio di sabbia. Con delicatezza versò la sabbia nel vaso. La sabbia andò a riempire gli spazi tra i grossi ciottoli e la ghiaia. Ancora una volta domandò: "Questo vaso è pieno?". Questa volta, senza esitare ed in coro i suoi allievi risposero: "No!". "Bene!", soggiunse il vecchio professore. E come ormai si aspettavano i suoi prestigiosi allievi prese la brocca dell'acqua che stava sul tavolo e riempì il vaso fino al bordo. L'anziano professore alzò allora gli occhi verso il gruppo e domandò: "Quale grande verità ci dimostra questo esperimento?". Il più furbo, il più audace dei suoi allievi, ripensando all'argomento del corso rispose: "Dimostra che anche quando si crede che la nostra agenda è completamente piena, ci si possono aggiungere altri appuntamenti, altre cose da fare". "No - rispose il vecchio professore - non è questo. La grande verità che quest'esperimento ci dimostra è la seguente: se non si mettono per primi i sassi più grossi all'interno del vaso, non ci si potrà mettere tutto il resto in seguito"."

3 commenti:

  1. Conoscevo il raccontino. Io penso sia un’allegoria molto vera come ‘senno di poi’.
    Guardi il vaso di vetro di una vita vissuta e scopri dove la sabbia può aver impedito alle pietre di costituire la ‘sostanza’ di cui una vita piena necessita. Ok.
    Non credo però possa valere altrettanto come ‘indirizzo’ e guida di comportamento.
    Faccio un esempio.
    Chi in vita propria ha visto solo ghiaia, forse la chiamerà pietra.
    Il giorno che incontrerà una pietra, solo allora scoprirà di essersi riempito di ghiaia.
    In sostanza, credo si debba leggere in altro modo.
    Se ti accorgi che sei pieno di ghiaia, sii forte e sappi svuotare tutto per riordinare le cose.
    Meglio di così, forse, non è umano.

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  2. mmm, non so...io lo vedevo più come me lo hanno proposto e cioè come un modo di vedere la vita, laddove i sassi grandi sono le cose come gli affetti (le cose importanti appunto), i valori, i principi e le cose via via più piccole sono quelle che hanno carattere d'urgenza (i clienti, le riunioni, le bollette...). E'per questo che cercavo di incolonnarli (come dicevo) ma mi scappavano come trote sul lavandino, con frecce e controfrecce, non so se hai presente tipo: da una parte riunione con clienti, dall'altra recita di fine anno delle bambine...qual'è "importante" lo so, ma indovina un po' alla fine dove mi puoi trovare?
    >:-(

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  3. ...appunto. come guida di orientamento, non vale... ;)

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