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giovedì 28 aprile 2011

saturazione

Da qualche giorno mi capita di pensare a come gli spazi mentali vengano continuamente colonizzati dall'esterno senza lasciare spazio alla silenzio, al vuoto all'affacciarsi di un pensiero silenzioso. Stamattina ho messo a fuoco questo pensiero mentre viaggiavo in metropolitana. Alla stazione c'era la musica di radio 19 che, non si sa per quale motivo io debba ascoltare ogni mattina mentre aspetto il treno, in viaggio mi sono guardata attorno e un bambino di circa sette anni giocava con un game boy, quasi tutti gli adolescenti intorno a me avevano musica nelle orecchie e ho pensato che appena si arriva a casa si accende la tv, nella migliore delle ipotesi la radio o la musica.
Ci siamo completamente disabituati al silenzio e questo ci porta anzi un senso d'ansia di vuoto da colmare, credo poi che questo continuo riempirci gli occhi di immagini (tv, ipod, pc...) assomigli un po' all'attrazione che la lampadina esercita sugli insetti la notte. Davvero credo che prescinda il contenuto degli schermi che osserviamo, che sia proprio una specie di dipendenza dalla luce emanata dai video.
E' proprio quel vuoto mentale che si va cercando durante la meditazione (statica o in movimento), che è già così difficile trovare in se quando si tenta, è quello che sfuggiamo nel quotidiano?
Le letture come sempre mi influenzano, ma Terzani a proposito del meditare dice:
-Tutto quello che è fuori lo lasci fuori da te...e rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu. O almeno, non il tu Folco (ndr. il figlio), ma quel tu che è parte di questa cosa che non è nemmeno l'umanità, è il cosmo. E quando cominci a vederla così, le cose cambiano.

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