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sabato 23 aprile 2011

eh si, è così...sono soggettiva

Mi è successo così, mi sono assentata per un po', mi sono assentata da me e dal blog.
Mi succede sempre così, quando sono in confusione di solito non riesco a leggere nulla, i libri si accumulano sul mio comodino, la testa piena di pensieri, il cuore pieno di emozioni, non entrano parole di altri, mi accorgo ora che alla fine, le parole, nemmeno le mie, riescono ad uscire. Ho avuto un black out.
Da un paio di giorni riesco di nuovo a leggere, non sarà un caso che il primo post che mi è venuto in mente sia una citazione, un brano tratto da "La fine è il mio inizio", che parla della verità, dell'obiettività, dell'oggettività. Mi chiedo perché proprio questo argomento mi ha colpito così tanto, perché ora. Non lo so, comunque eccolo:

"Devo dire con grande sincerità che ho sempre disprezzato gli anglosassoni che pretendevano di essere obbiettivi. Ma balle! Io non ho mai detto che sono un giornalista obiettivo, perché non lo sono. Perché nessuno lo è, anche quelli che pretendono di esserlo sono falsi e finti. Come puoi essere obiettivo? Non lo sei mai. Perché, come ci insegna Kurosawa nel film Rashomon,  la stessa storia vista da sei persone diverse sono sei storie diverse. Perché il modo stesso in cui guardi un episodio, i dettagli che scegli, gli odori che senti sono la tu scelta personale che influisce moltissimo sul tuo giudizio.
Per giunta, perché devo pretendere di essere obiettivo? E' bene che il lettore sappia che non sei obiettivo, che la pensi così. Il primo libro che scrivo, Pelle di leopardo, è personalissimo, pieno di giudizi, pieno di emozioni, di sensazioni di guerra. I fatti ci sono, ma gli altri fatti sono le mie emozioni. Nel Vietnam vuoi che i vietcong vincano la guerra. Sei per i vietcong e non per gli americani. E' molto più onesto dire che sei molto soggettivo spiegando la tua soggettività, che pretendere di essere oggettivo e non esserlo mai."

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