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domenica 28 novembre 2010

Shodo

Non so cosa sia, se l'ambiente così austero ed elegante, se l'inchiostro che si scioglie sulla pietra, se il respiro che conduce il movimento del corpo per tracciare un solo segno, ma questa prima lezione di calligrafia giapponese è stata un'esperienza proprio bella.
Tanto per cambiare, ho scelto una disciplina nella quale per raggiungere i primi risultati accettabili, mi ci vorranno degli anni.
Ho detto: -be', ho maneggiato pennelli per anni, almeno questo mi avvantaggerà...neanche l'impugnatura del pennello corrisponde, quindi semmai, l'aver avuto esperienze di pittura mi intralcia.
Ho detto: -be', lavoro sulla concentrazione ed il respiro da anni (con il taiji) sarò avvantaggiata...illusione, qualche aiutino (il rilassamento delle spalle, dei gomiti, il rilassamento del corpo) l'ho avuto, ma stare due ore in ginocchio...non mi è proprio così congeniale, i movimenti del corpo, poi sono comunque tutti da imparare.

Ho portato a casa decine di fogliacci su cui ho tracciato segni senza significato, su cui ho provato e riprovato a mantenere la stessa pressione del tratto, in cui ho provato a cambiare direzione, inclinazione, composizione.
Alla fine ho capito, il trucco è sempre quello: "praticare molto il poco e poco il molto", non avevo neanche sciolto abbastanza bene l'inchiostro...probabilmente le due ore della lezione, in Giappone, sarebbero state impiegate solo per capire questa prima operazione: sciogliere l'inchiostro sulla pietra fino ad ottenere la giusta densità di nero.
Probabilmente sono pazza, ma è stato bellissimo.

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