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sabato 19 giugno 2010

Nutella fuorilegge?!

Questo genere di notizie mi lascia sempre perplessa...cito volentieri un'articolo di Carlo Petrini (su Repubblica il 17/06/2010) che dice esattamente quello che penso anche io sull'argomento cibo e limitazioni (ma lo dice molto meglio di me!).

"Da langarolo, so bene quali possono essere i pericoli legati a un eccessivo consumo di Nutella. Conosco a menadito le nocciole e quelle che possono essere le loro splendide virtù se unite al cacao in una crema spalmabile. Da bambini ne facevamo un buon consumo, ma sempre dopo tre ore in cortile a giocare a pallone. Credo che non si debba essere necessariamente langaroli per capire che dopo aver mangiato un barattolone morettiano di Nutella poi si sta male. In questi casi è sufficiente il buon senso.

Allora mi domando perché viviamo in un continente dove la gente si ammala sempre di più a causa del cibo e dove è necessario promulgare leggi per far capire ai cittadini cosa si deve e non si deve mangiare. Siamo arrivati al punto che ci vogliono leggi per stabilire che se mi mangio quattro chili di prosciutto crudo l'organismo ne risente, che se m'ingozzo di formaggio i grassi mi tappano le arterie, che se mi trinco tre bottiglie di vino posso perdere i sensi. La verità è che il cibo non si conosce più: da elemento sacro e indispensabile per le nostre vite è diventato oggetto misterioso. Leggi, lotte tra lobbies, i prodotti tradizionali a denominazione di origine sballottati in questo bailamme di codici, diktat e deroghe; si investe in marketing e si paga gente per inondare di e-mail i parlamentari europei, ma mai nessuno che punti sull'urgenza di tornare a una sana, normale - di buon senso dotata - educazione alimentare.

Servono cittadini edotti sui valori del cibo - non soltanto quelli nutrizionali - e non leggi, etichette criptiche o semaforiche. Noi di Slow Food, devo essere sincero, tra le due ipotesi a rigor di logica eravamo favorevoli all'ipotesi semaforo (ndr.indicazione che segnali in etichetta la quantità di zuccheri presenti nel prodotto in percentuale). Ma il semaforo è un altro modo riduzionista di leggere la realtà, di spiegarci a pezzi cosa fare e non fare, portandoci a perdere il significato del tutto, la capacità di leggere la realtà anche attraverso le interconnessioni nascoste che legano tutto ciò che ci circonda. Detto in parole povere: semaforo verde nutrizionale su una bistecca di soia (Ogm?) vorrebbe dire che ne posso mangiare cinque chili senza svenire? No, la moderazione non è un'opzione: è soltanto un antico e riconosciuto modo per stare meglio, ma non è certo ciò che ci insegna il consumismo."

2 commenti:

  1. un uomo saggio. un uomo illuminato. un uomo capace. un uomo geniale. un leader, insomma.
    che se ne condivida il pensiero o meno...

    e vai di nutella!

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